«Tutta a Prato, e tutta in stracci, va a finire la storia d’Italia»,
scrisse Curzio Malaparte nel suo Maledetti Toscani.
Prato città manifatturiera e creativa, in bilico tra l’artigianalità e l’industria, può oggi mostrare al mondo la sua storia all’interno del Museo del Tessuto, che occupa gli ambienti restaurati dell’ex fabbrica Campolmi, gioiello di archeologia industriale del XIX secolo situato all’interno della cerchia muraria medievale della città.
Passeggiando per il cortile dove svetta la ciminiera in mattoni, attraversando le sale espositive con la copertura a capriate in legno è come se in sottofondo si udisse ancora il suono ritmato dei telai, simbolo si un’epoca industriale ma che a Prato andavano a braccetto con la genialità artigiana di chi inventava la trama dei tessuti, di chi disegnava i motivi floreali dei damascati.
Se si vuol comprendere l’animo di questa città, non si può non visitarlo.
È un invito di Samarreda
Foto tratte da: www.museodeltessuto.it