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Set di Scacchi Rinascimento Fiorentino – Italfama

Il set di scacchi nasce su un’idea e un disegno di Aldo Marsili. Il design rappresenta il periodo rinascimentale fiorentino rispettando allo stesso tempo la classica rappresentazione dei singoli scacchi.

L’abbinamento alla scacchiera e la tonalità del set scacchi lo un complemento d’arredo molto ricercato.

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Set Scacchi realizzato in zama con la tecnica della pressofusione, dipinto completamente a mano dimensioni: ht.Re 13,8cm diam.base 3,8cm

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Scacchiera realizzata in erable e acero intarsiata a mano da esperti artigiani di Italfama dimensioni: 51x51x1,8cm casella 5,0cm

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Set dama realizzata con la tecnica della pressofusione riporta in incisione il giglio simbolo fiorentino e l’emblema della famiglia dei medici

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Le Mani – Nuova CEV

Mi hanno detto di spiegare bene che i nostri prodotti sono artigianali perché realizzati a mano, uno per uno, incisi a mano, uno per uno.

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Mi hanno detto di mettere in evidenza le capacità dei nostri maestri vetrai che fanno questo lavoro da quando erano ragazzi e ora sono ragazzi con i capelli bianchi e qualche acciacco in più.

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Mi hanno detto che questo “articolo” deve far capire che i decori sui cristalli sono tutti fatti a mano, con amore e dedizione dai nostri maestri incisori.

Peccato che tutto questo non mi entra in uno spazio di 850 battute: è un po’ come voler mettere l’elefante nel panino. E’ ovvio che non ci sta, e quindi accontentatevi del titolo o, se siete particolarmente curiosi, venite a vedere come si fanno le cose con le mani... qui alla Nuova CEV!

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Una solida azienda di cristallo – Nuova CEV

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Come e quando nasce l’azienda?
Di solito la nostra fortuna comincia quando qualcuno rompe qualcosa, il cristallo si sa è fragile e quindi ….a noi tocca riprodurlo. In questo caso la storia inizia dopo che qualcuno ha distrutto molto, quando c’è da ricostruire l’Italia, quando c’è da rimboccarsi le maniche e rifare tutto da capo… ovvero, dopo la seconda guerra mondiale. Nasce così e allora la CEV – Cooperativa Empolese Vetrai, azienda che arriva a occupare fino a oltre trecento operai. Produrrà vetro nelle sue svariate declinazioni fino agli anni ’80 per passare il testimone alla Nuova CEV, che nascerà nel 1985.

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Cosa cambia con la Nuova CEV?
La Nuova CEV nasce con una nuova vecchia idea : lasciamo perdere l’industrializzazione, i primi robot già positivamente sperimentati, la produzione in serie e i grandi numeri e mettiamo a frutto il saper fare dei nostri maestri vetrai e incisori; basiamoci sul cristallo e non più sul vetro, dedichiamoci ai piccoli numeri e alla ricerca della qualità dei manufatti. Questa scelta, vista con gli occhi di oggi, è quella che ci ha salvato; mentre una ventina di aziende produttrici, tutte più grandi e strutturate di noi si sono estinte perché hanno fatto la scelta opposta

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Una scelta difficile da fare a qual tempo: la qualità è l’arma vincente del Made in Italy ma molti se ne rendono conto solo adesso. Una curiosità, usa sempre il “noi” quando parla…
È vero, uso sempre il “noi” non come plurale majestatis, ma perché chi scrive non è il padrone…in una cooperativa “sana” non c’è il padrone e nemmeno uno che si sente tale. Io sono il presidente, un presidente di lungo corso.

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Da quanti anni è alla guida della cooperativa?
Lo sono dal 1990 quando non ancora trentenne venni scelto dagli altri soci, all’epoca ero il più giovane di tutti; solitamente ogni tre anni in una cooperativa si tengono le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e quindi del Presidente… e anche in questo caso, sono un sopravvissuto. E dire che ero arrivato in Nuova CEV per aprire un Centro Elaborazione Dati interno all’azienda; mi sono ritrovato a fare un lavoro nuovo, anzi mille lavori nuovi : a parte il vetraio o il molatore penso di aver fatto di tutto, mi ritengo un “tuttologo” e la “memoria storica” dell’azienda visto che da allora ad ora tutti i soci fondatori se ne sono andati in pensione

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In cosa è diversa una cooperativa rispetto a altre tipologie d’azienda?
La cooperativa è una società strana, molto diversa da un’azienda privata, funziona di fatto come una piccola repubblica, con i suoi rappresentati eletti dal “popolo”, chiamati a dar vita a quegli organismi dirigenziali che di fatto tracciano il futuro dell’azienda. E’ una famiglia allargata, con tanti figli, che crescono e mentre crescono magari fanno un pochino “impazzire i genitori”, con qualche figliol prodigo e qualche figlio di…. insomma, una famiglia vera. E come tutte le famiglie, almeno una volta l’anno celebra con una grande festa questo suo stare insieme.

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E come sono queste feste? 

Negli anni passati, quando berta filava, facevamo delle mega feste in ville bellissime, con cene sontuose, animazione per i bimbi, intrattenimento per i grandi, tantissimi ospiti più o meno istituzionali ed i familiari di ciascun socio. Adesso che la crisi morde, da buoni padri di famiglia, abbiamo ridimensionato il tutto, ma non ci facciamo mai mancare il piacere di stare insieme davanti ad un buon piatto tipico toscano con del buon chianti in mano per fare due battute dissacranti da buoni toscanacci quali siamo; oddio, un paio di stranieri ce li abbiamo, ma si sono già convertiti.

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Feste sì, ma anche tanto lavoro: cosa ci può dire?
A me piace il lavoro che faccio perché mi porta a contatto con operatori di tutto il mondo ed io, da buon viaggiatore quale ero/sono, mi ritrovo a vivere in prima persone gli usi e i costumi dei clienti dei paesi più esotici e lontani dal nostro. Talvolta ci siamo occupati di fornire addobbi speciali pensati per il matrimonio di qualche regina araba, di qualche Sultano e anche il solo produrre le bomboniere personalizzate per questi eventi significa per la nostra azienda una boccata di ossigeno importante. Indirettamente veniamo a contatto con griffe e personaggi famosi di cui volutamente non facciamo nomi, vuoi perché lavoriamo per loro facendo a esempio flaconi da profumeria, arredamento casa, lampadari ecc., vuoi perché producendo coppe e trofei poi le vediamo in TV in mano a vincitori di Gran Premi, coppe del mondo di sci, tennis, golf, calcio e tanti altri sport.

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Quindi parte della vostra attività è in qualche modo legata allo sport…
Personalmente, da tifoso storico dell’Empoli Calcio, sono onorato che la Nuova CEV abbia prodotto i vari trofei assegnati a calciatori poi diventati famosi come Montella, Di Natale, Giovinco tanto per citare quelli più recenti.

E poi, al di là dello sport, una volta, in occasione di un incontro fra Papa Woytila e Bill Clinton in mondovisione, trasecolai quando vidi che in mezzo ai due seduti a un tavolino c’era una splendida lampada di nostra produzione.

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E cosa avete in programma per il futuro?
A chi mi chiede del futuro della nostra azienda rispondo così: sarà quello che sapranno scrivere chi verrà dopo di noi.

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Andrea Falaschi, Presidente, Nuova CEV 

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La Toscana, ispirazione e rispetto per l’ambiente – Aurora Cucine

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I materiali e le finiture dei prodotti Aurora sono ispirati alla natura e al territorio in cui nascono. La terra, la materia, i colori e i sapori toscani si riflettono nello stile di tutte le nostre cucine.

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Il rispetto per le nostre colline, i nostri parchi naturali, le riserve marine tutt’oggi incontaminate, si traduce in un forte attaccamento verso l’ambiente che ci circonda. Per questo l’ecosostenibilità dei prodotti è alla base della nostra ricerca.

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Tavolo Scacchi / Backgammon in stile contemporaneo – Italfama

Tavolo in faggio, tornito e smontabile in 3 pezzi (base, gamba, top)
Misure: ht 68cm Top 58cm x 58cm quadrato scacchiera 5 cm
Top scacchiera e Backgammon interno in radica di olmo completamente intarsiato a mano.
Pedine per backgammon 32 pezzi in ottone solido.
Set scacchi in stile contemporaneo in ottone solido tornito e satinato a mano
RE: ht 11,5cm diametro di base 3,5cmitalfama chess backgammon set schacchi made in itally italfama chess backgammon set schacchi made in itally  italfama chess backgammon set schacchi made in itally

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Inspirazioni – Quota Collection

Il progetto “QUOTA”, attraverso la rivisitazione degli archetipi del design dell’arredo, propone un modo di vivere contraddistinto da raffinatezza, originalità e attenzione ai particolari.

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Attraverso un sapiente e attento lavoro di ricerca, i riferimenti a forme, materiali e atmosfere del mondo classico più colto e alto, diventano l’ispirazione per una collezione di imbottiti dal gusto fusion, dove i ricordi si proiettano negli ambienti più contemporanei ed esigenti, caratterizzando gli spazi con una forte personalità e originalità.

Armchair SAVOYA ALTO quota collection

L’attenzione ai materiali, come la pelle pura anilina anticata oppure nabuk, oltre ai tessuti dal raffinato gusto d’impronta contemporanea, coordinati nelle cromie più attuali e suggestive, sono l’ideale completamento della forma per soddisfare un mondo amante del bello e dei piaceri della vita.

Savoya Alto quota collection SAVOYAPOLTRONE-0008 Scopri di più su Quota Collection

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In Toscana la bellezza è creata da mani antiche – Aurora Cucine

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Abbiamo mani che si sporcano, mani che disegnano, mani che scarabocchiano, mani che sudano. Ma soprattutto abbiamo mani che creano bellezza da sempre.

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La bellezza e’ ovunque in Toscana, ci circonda. L’arte, la cultura, l’architettura e la tradizione Toscana rappresentano una continua fonte di ispirazione per i nostri prodotti.
La “ricerca del bello” e’ sempre il nostro punto di partenza.

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Gallo – Da Venezia alla Toscana

Come è nata l’azienda e in quale anno?
La ditta Gallo è una realtà di lunga tradizione, fondata a Venezia nel 1910.

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Secondo le abitudini della secolare tradizione italiana legata all’artigianato, il fondatore della ditta, Luciano Gallo, comincia a svolgere la propria attività in solitudine in una piccola bottega nel cuore di Venezia, precisamente in Campo San Tomà, una della centinaia di piccole piazzette che costituiscono l’irregolare e frastagliata area della città di Venezia.
Stiamo parlando quindi di 105 anni, ma non chiedetemi se abbiamo festeggiato il secolo perché non è accaduto: io, persona razionalissima, sono affetto da una strana forma di scaramanzia!
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Quindi una origine veneta?
Veneziana, mi piace sottolineare

Di cosa si occupava il bis-nonno precisamente?
Nonostante la tradizione artigianale veneziana più tipica sia quella legata alla lavorazione del vetro, Luciano Gallo è invece esperto nella lavorazione del ferro e in maniera specifica nella realizzazione di oggetti di illuminazione per esterno come lanterne o lampade a olio, come mostra la foto di apertura nel nostro catalogo, che lo ritrae in compagnia dei suoi manufatti

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E come si arriva in Toscana?
Per cause belliche. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, il bis-nonno si sposta in Toscana a Firenze e poi a Prato (8 km da Firenze) con la sua grande famiglia (la moglie e 9 figli – 7 maschi e 2 femmine) come usava in quell’epoca.

Firenze

Un trasferimento dovuto, visto che il tri-veneto, è il fronte italiano del primo conflitto mondiale dal quale ne esce devastato. E poi chi sa: forse era destino, mi chiedo io?
Un veneto che non lavora il vetro, ma il bronzo e il ferro battuto casca nella città giusta, Firenze appunto, patria italiana del ferro battuto artistico, così come tutta la regione Toscana.

Proprio questa attività, trasferitasi poi a Prato, lo porta a diventare un famoso “bronzista” nell’area fiorentina realizzatore di forme artistiche anche a livello di arredo urbano come panchine da parco, lampioni stradali e statue da piazza in ottone e bronzo.

Luciano Gallo ci lascia nel 1933 (in fondo è un buon anno per andarsene… Hitler al potere in Germania e tutto il male che farà, ma questa è un’altra storia…)

Chi porta avanti la attività?
Potendo contare su 9 figli, dei quali 7 maschi, l’azienda non va a estinguersi con Luciano. I 2 fratelli Libero e Dino (mio nonno) Gallo portano avanti l’attività con una pausa forzata durante la fase più drammatica della seconda guerra mondiale, risalente alla occupazione tedesca tra il 1943 e il 1945.

Dino Gallo
Proprio nel 1945 è nato Aldo, figlio di Dino Gallo e mio padre.

Aldo Gallo

Abbiamo perso il conto. A che generazione siamo quindi?
Alla terza – Aldo è la terza – non male: tra una guerra e l’altra, passando attraverso una dittatura, siamo arrivati a gli anni ’50.

E che succede negli anni ’50 ?
I fratelli Libero e Dino Gallo si separarono,continuando a produrre separatamente illuminazione classico-decorativa per interni.

In questi anni,ognuno a modo suo, rinnovarono e reinterpretarono il cosiddetto “stile fiorentino” (che nella forma più tradizionale è costituito solo da ferro o solo da legno) portando importanti novità stilistiche come l’uso del cristallo e del vetro veneziano e di Murano (essendo loro proprio di origine veneziana).

I 2 fratelli Gallo (Dino e Libero) sono stati veramente 2 maestri artigiani e guide,nell’area fiorentina,anche per tutte le generazioni successive di produttori di illuminazione classica nel corso degli anni ’50, ’60 e ’70.

Bel periodo – pieno boom economico – come lo vive l’azienda?
Lo vive bene: durante tutto il corso degli anni ’60 , ’70 e ’80 mio padre Aldo portò all’azienda importanti e innovativi cambiamenti stilistici e produttivi che lo spinsero verso nuovi processi lavorativi: non solo l’uso del ferro, ma produzioni anche basate sull’uso di legno,ceramica e porcellana che specialmente negli anni ’70 lo portarono alla invenzione di una linea di lampade da tavolo che divennero un caso commerciale e stilistico nella recente storia dell’illuminazione decorativa italiana.

Negli anni ’80 e ’90 mio padre Aldo trova nuove energie e stimoli grazie anche alla presenza costante e scrupolosa di sua moglie e partner, Beatrice Pacini Gallo, mia madre.

Beatrice Pacini Gallo

A questo periodo risale il definitivo salto di qualità dell’azienda e la consacrazione sui mercati anche extra europei (Asia, Nord America, Paesi Arabi).

E tu Jacopo che hai fatto?
Per cominciare sono nato – nel 1972 – e sono la quarta generazione e mi auguro proprio non l’ultima.

Jacopo Gallo

E lo puoi affermare, dopo 105 anni!
Proprio così – gli portiamo bene questi 105 anni in fondo.
Il secolo e più è un bel bagaglio dal quale attingere – un bel cuscino di esperienza sul quale sedersi : background artigiano che vede convivere ferro,vetro,legno,bronzo,ceramica e culturale,visto che sono cresciuto a contatto di un nonno veneto che con me scherzava sempre in dialetto veneziano (gergo che ancora per certi aspetti si è preservato in casa,scherzando con mio padre) e portatore anche di un vivere alla “veneziana”,a tavola per esempio, (la Domenica si mangiava “poenta e osei”,spesso, al quale sono ancora affezionato, e il fegato con le cipolle ovviamente – che ricordi).

Polenta con i tordi

Questa contaminazione costruttiva forse è proprio quello che ci ha permesso di tramandarci questo mestiere per più di 100 anni, la curiosità innata, il mescolarsi di due culture e territori eccezionali appartenenti a 2 città da sogno, Firenze e Venezia.

Sunset in Florence
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Quale è il tuo obbiettivo principale da perseguire in azienda?
Continuare quel processo di internazionalizzazione cominciato negli anni ’80 e ’90 espandendolo a quello che amo chiamare il “Nuovo Mondo” emerso in contemporanea con l’inizio della mia entrata definitiva in azienda nel 2000 (mentre mi stavo laurenado in architettura a Firenze), cioè il BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) paesi emersi e importantissimi che hanno sostenuto l’economia mondiale praticamente negli ultimi 15 anni e sui quali abbiamo investito adeguatamente conseguendo risultati sensibili.

E il futuro come si delinea?
Il futuro per una azienda come la nostra coinciderà sempre con una revisione del passato. Non è questa una riflessione “romantico-passatista”, anche perché sarebbe impossibile restare ancorati a vecchi schemi visto che ogni 7/10 anni circa gli equilibri mondiali cambiano e siamo costretti quindi a reinventarci e rimettersi in discussione – quello a cui mi riferisco non sono le modalità lavorative,ma lo spirito che le alimenta: ancora oggi continuiamo a disegnare e produrre i nostri articoli nel nome della tradizione che ha accompagnato per oltre 100 anni e 4 generazioni la nostra azienda. Il grande background culturale che mi viene dal passato mi aiuta a controllare ,gestire e far convivere differenti tipi di materiali e forme come si può chiaramente vedere dalla nostra produzione che è una revisione e attualizzazione del già citato “stile fiorentino”.

I 101 anni di esistenza sono anche un chiaro indice di affidabilità e serietà che i vari titolari hanno sempre mantenuto e promosso anche verso i propri innumerevoli dipendenti, fornitori e clienti che si sono alternati nel corso di 4 generazioni.

La nostra azienda infatti collabora a livello planetario con centinaia di studi di architettura e realizzatori di interni prestigiosi i quali confidano ciecamente nelle nostre capacità e competenze artigiane tanto da ordinare spessissimo articoli fuori scala e ingigantiti, consapevoli e tranquilli che il risultato finale e l’oggetto che verrà consegnato senz’altro soddisferà le aspettative del.

Il “taylor-made” (il sartoriale) è quindi il passo più significativo relativo a quella revisione del passato a cui accennavo in precedenza: cioè la nostra esperienza a disposizione delle esigenze altrui.

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Amiamo il nostro lavoro – Quota Collection

Amiamo il nostro lavoro e siamo veramente orgogliosi dei bellissimi divani e poltrone che realizziamo sia per la casa che per l’ospitalità.

Il nostro forte know-how unitamente alla nostra passione, alla nostra manualità e all’attenzione del dettaglio, distinguono nettamente il nostro prodotto dalla produzione di massa.

quota collection lavorazione
Design corretto, ispirazione e amore per ogni singolo dettaglio, ricchezza e qualità di ogni singolo componente sono valori tipici per un comfort sano e corretto.
Entrate nel nostro mondo!

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